Penicilline
Prologo
Tutto è riconducibile al sogno non manifesto di Enzina Di Noia (in Motta) di fare il medico.
La sua indole la porta ad assegnare e consigliare qualunque tipo di medicinale a chiunque. Nel tempo ha avuto comunque la possibilità di sviluppare preferenze per alcuni tipi di farmaci ed in particolar modo per uno: la "pennicellina".
Qualunque sia il malessere della persona che le sta di fronte, dal raffreddore alla depressione, un'iniezione di pennicellina risolverà per certo il suo problema.
Opera I: La Pennicellina
L'inverno, si sa, è portatore di malanni e la figlia di Enzina (quella che ha a portata di mano) si ammala, manifestando alla madre il suo malessere.
Cecilia: Ma', non mi sento tanto bene, credo di essermi ammalata.
Enzina: Send' 'm pò. Perchè nun t' fai 'na 'neziona d' p'nnicellina. Cu quell' sicur' t' passa tutt'.
Come sotto ipnosi senza capacità di opporsi ad una forza superiore Cecilia accetta. Ma alla vista dell'ago.....
Cecilia: Non ce la faccio. Proprio non posso
Enzina: (pensato: ... Ma mo l'agg' pr'parata, che aggia fa'? L'aggia gettà? E' p'ccato. Tand' bbuon manc' m' sent' .... mo me la faccio io....) Ginoo, me la men' 'mpo tu sta 'nezion'? Mo t' spieg' comm s' fa
Gino, il marito, dopo aver ricevuto tutte le istruzioni del caso si accinge dunque ad eseguire l'operazione. Ma un meccanico rimane sempre un meccanico, un'iniezione, un rivetto, la differenza non è poi così evidente..... l'ago lo infila praticamente tutto...
Ma no, per Enzina nessun problema. Il problema è di Cecilia che a tale scena comincia a sbiancare e nel tentativo di raggiungere un sedia per sedersi cade in terra svenuta..
Epilogo
Cecilia finisce in ospedale per aver sbattuto la testa.
M.R. Motta
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